1935-1945: VALSASSINA ANNI DIFFICILI.
Caduti, dispersi, prigionieri, deportati, resistenti.
 
   
   

[…] “1935-1945: Valsassina anni difficili” è frutto di un ampio e minuzioso lavoro di setaccio ed incrocio di fonti molteplici, fragili e disperse nonché complesse, filtrate da una distanza che non è solo temporale, ordinate in un lavoro a cui l’autore ha dedicato gli ultimi tre anni.

[…] La passione civile ed il rigore scientifico hanno qui portato ad una pubblicazione che si segnala nello scarno panorama bibliografico riguardante la Resistenza nel Lecchese.

[…] La periodizzazione agli anni 1935-1945 indica in modo chiaro le sue finalità: misurare gli effetti che le onde della storia nazionale hanno prodotto nel periodo compreso fra l’ascesa “imperiale” del regime fascista e la Liberazione. Attraverso la ricerca biografica dei caduti valsassinesi nelle campagne d’Africa e di Spagna e poi nella seconda guerra mondiale vengono ricostruite, non senza scontare pegni alla frammentarietà e irregolarità delle fonti – vittime prime del decennio “difficile” - le vicende di una comunità sempre più risucchiata da una guerra lontana, resa reale dal filo degli affetti, il cui tempo è scandito dalle notizie che arrivano dal fronte. Con l’avanzare del conflitto, insieme al peggioramento delle condizioni di vita, sempre più spesso le lettere portate a casa dai carabinieri annunciano caduti, prigionieri, dispersi. Uno stillicidio che ha il suo culmine nell’inverno ’42-’43 con lo sfondamento delle difese dell’Asse sul Don: ogni paese d’Italia ha lasciato un brandello di sé su quelle steppe.

[…] I caduti sono ricordati nei monumenti, che costituiscono uno degli aspetti centrali di questo lavoro. L’attenzione riservata a questi artefatti della memoria istituzionalizzata non è in questo caso retorica. I monumenti delle guerre scontano per lo più una sorta di rimozione percettiva e raramente trasmettono pathos, ma con la loro presenza, con il loro stato, pongono domande sui processi di costruzione della storia condivisa. Essi hanno fornito all’autore i nominativi ed insieme i problemi, per l’impossibilità di rendere un quadro definitivo dei costi umani e materiali del decennio difficile.

Al di là delle fonti locali la mancata ricostruzione istituzionale, e dunque pubblica, delle cifre del disastro provocato dalle guerre di regime è solo uno degli indici di come il Paese non abbia saputo fare i conti con la sua storia, una situazione che ancora pesa sul nostro presente.

[…] La storia della Resistenza valsassinese, con le sue periodizzazioni ed i suoi nodi anche problematici, affrontati sulla scorta delle fonti disponibili, si sviluppa attraverso un’attenzione ai singoli protagonisti, alle storie individuali, formando un flusso fatto di relazioni, memorie, ricordi che mostra quanto il territorio si sia trovato ad essere coinvolto negli avvenimenti.

[...] Sono molteplici dunque le sollecitazioni di quest’opera, destinata a lettori attenti e curiosi. Soprattutto si presta ad essere strumento di consultazione, una virtù che dura nel tempo, per chiunque voglia attingere alla storia della comunità, delle famiglie e del territorio. Non va infine dimenticato che questo lavoro è frutto di partecipazione collettiva, a cui hanno risposto protagonisti e/o loro familiari, dimostrando, se fosse ancora necessario, che l’esigenza di riscoprire storie comuni è viva e sentita.

estratto dall’introduzione di Valter Merazzi, Direttore dell’Istituto di Storia Contemporanea Pier A. Perretta di Como.


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