IL PERCORSO DELLE BRIGATE GARIBALDINE DA LECCO A INTROBIO
 
   
   

Dalle prime propaggini del Resegone fino a Introbio, centro della Valsassina, con alcune diramazioni verso la bergamasca, sono questi i luoghi che, negli anni 1943/45, sono stati teatro di un duro e aspro confronto tra le formazioni partigiane, che successivamente confluirono nella II divisione delle Brigate d'assalto Garibaldi, e i nazifascisti: la banda Carlo Pisacane ai Piani d'Erna, la 55° Brg. F.lli Rosselli dal Culmine di S. Pietro alla conca di Biandino e la 86° Brg. Giorgio Issel di stanza in val Taleggio.

Su queste montagne e in queste valli trovano rifugio prima gli antifascisti che devono fuggire dalla pianura, perché attivamente ricercati; poi gli sbandati dopo l'8 settembre e quindi i renitenti alla leva della Repubblica Sociale Italiana.

La brigata Carlo Pisacane ebbe una vita breve, formata dopo l'8 settembre '43 fu dispersa ai piani d'Erna da un rastrellamento effettuato tra il 16 e il 22 ottobre dello stesso anno e si ricompose in val Brembana a S. Brigida. Si sciolse nell'inverno del '43.

La 55° brigata F.lli Rosselli, dopo aver occupato la Valsassina rendendola quasi una zona libera, subì un pesante rastrellamento che costrinse la maggioranza dei suoi membri a riparare in Svizzera il 1 dicembre del 1944( vedi pubblicazione " Sui sentieri della guerra partigiana in Valsassina, il percorso della 55° Brigata F.lli Rosselli" ).

La brigata Giorgio Issel si forma nella seconda metà del '44 in val Taleggio, che è una valle laterale della val Brembana. Ha una vita tormentata, piena di contraddizioni che la porta a sciogliersi nell'inverno dello stesso anno.

I percorsi che sono descritti toccano i luoghi più rappresentativi della guerra partigiana in Valsassina e ci ricordano che le nostre montagne, non rappresentarono solo un luogo di rifugio nell'attesa della fine del conflitto, ma furono scenario di scontri aspri e duri. Scontri che hanno lasciato il loro segno nel tempo, segno formato da cippi e lapidi che ricordano in modo tangibile il sacrificio dei giovani di allora, i sassi dei sentieri ed i muri delle baite che, meno visibilmente ma in modo indelebile, ricordano il transito, la sosta, le fatiche e le speranze che in quei giorni albergavano negli animi dei combattenti e dei valligiani che quei partigiani sostenevano anche a costo della propria vita, rendendo così possibile l'esistenza delle formazioni e le loro azioni.

Accanto alla guida abbiamo posizionato nei luoghi più significativi, ma in modo non invasivo, alcune targhe che ricordano quanto è successo il quel luogo. La prima targa si trova presso la ex caserma Sirtori, oggi sede di alcuni uffici della Questura e ricorda l'8 settembre con la fuga dei militari, poi troviamo un targa presso il rifugio Stoppani che venne incendiato, una presso le baite di Boazzo dove transitarono i tedeschi nel tentativo di accerchiamento ai piani di Erna.

Alla chiesa di Morterone una targa, all'inizio di un sentiero, ci ricorda Don Piero Arrigoni allora parroco del paesino e arrivando alla Culmine di S. Pietro troviamo il ricordo del rastrellamento del 30 dicembre 1944.

Ai Piani di Artavaggio ricordiamo la sede di comando della 86° Brigata Giorgio Issel mentre al rifugio Grassi ci osservano Fiorita e Cleto, commissario e comandante del distaccamento Fogagnolo della 55° Rosselli.

Alla Pio X ricordiamo il comando di brigata della 55° F.lli Rosselli. Accanto alle targhe, la guida ci ricorda i segni del passato, lapidi ed edifici, cappelle come quella alla baita di Pesciola Alta o alle Baite di Sciaresola, per finire ai cimiteri di Barzio, Maggio e Introbio che videro pagare con la vita il desiderio e la speranza di un futuro migliore.

Una descrizione completa e dettagliata del sentiero si trova nella pubblicazione

Sui sentieri della guerra partigiana in Valsassina
Il percorso delle Brigate Garibaldine da Lecco a Introbio


disponibile presso A.N.P.I. di Lecco
Circolo Arci La Locomotiva - Osnago
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E' possibile farne richiesta via mail a info@55rosselli.it